Sicilia. Isola delle meraviglie, tripudio delle biodiversità da tutelare. Dove tornare all’antico è stato il vero progresso. Tumminia, Russello, Perciasacchi, Maiorca: sono solo alcune delle varietà di grani autoctoni che da qualche anno sono tornate a crescere nel cuore della nostra terra. Grani antichi, consumati dai nostri bisnonni, riappaiono sulla nostra tavola grazie all’infaticabile impegno dei Custodi del Seme, che fanno del grano un prezioso tesoro da campo.
Granaio d’Italia
La storia della Sicilia e quella del grano s’intrecciano in una narrazione millenaria. Il primo a omaggiare la nostra terra elevandola a granaio della penisola fu Marco Porcio Catone che – più di duemila anni fa – la definì “nutrice al cui seno il popolo romano si è nutrito”, facendo riferimento alle tonnellate di grano che dall’isola partivano alla volta di Roma per sfamare gli eserciti. Il ciclo del grano è lungo, faticoso e laborioso. Ma, soprattutto, senza età. Oggi, coltivare i grani antichi siciliani vuol dire raggiungere l’equilibrio perfetto fra la tradizione e l’innovazione. Unica via per riscoprire i sapori e i profumi che, fino a non molto tempo fa, riecheggiavano nei ricordi dei nostri nonni.